Revisione effettuata a ottobre 2024
Scheda tecnica | |
Eziologia | Erenavirus del genere Mammarenavirus |
Vettore | Ratto africano comune (Mastomys natalensis) |
Principali serbatoi | Infezione viremica cronica in roditori neonatali di Mastomys dopo la trasmissione congenita e verticale |
Modalità di trasmissione | Ingestione di cibo o contatto diretto con oggetti, sangue, fluidi o tessuti contaminati, inalazione di aerosol di escrementi di roditori; possibile trasmissione interumana (per contatto diretto con sangue, tessuti, secrezioni o escreti di persone infette, soprattutto in ambito familiare e nosocomiale) e in laboratorio |
Aree endemiche o a rischio | E’ endemico in alcune parti dell’Africa occidentale, tra cui Sierra Leone, Liberia, Mali, Guinea e Nigeria Anche i paesi vicini sono a rischio perché il vettore animale vive in tutta la regione |
Periodo di incubazione e trasmissibilità | In genere 10 giorni (intervallo, 5-21 giorni) quando la trasmissione è interumana; si presume che il periodo di incubazione sia simile anche per la trasmissione da roditori infetti |
Viremia | La viremia è tipica della fase sintomatica Non ci sono dati sull’insorgenza della viremia durante il periodo di incubazione o dopo la risoluzione dei sintomi Tuttavia, l’RNA virale può essere rilevato nelle urine e nello sperma per periodi prolungati |
Sintomi | Nell’80% dei casi è una patologia lieve o asintomatica; può presentarsi come malattia sistemica grave nel restante 20% A differenza delle altre febbri emorragiche virali, l’esordio della febbre di Lassa è graduale I sintomi iniziali sono generici (febbre, cefalea, mialgie, faringodinia con essudato tonsillare, difficoltà ad alimentarsi, tosse secca, dolore toracico, crampi addominali, nausea, vomito e diarrea) Il peggioramento delle condizioni cliniche si manifesta con edema del volto e del collo, insufficienza respiratoria, versamento pleurico e pericardico, proteinuria, encefalopatia, sanguinamento delle mucose Ipotensione e shock si possono verificare indipendentemente dal sanguinamento Durante la convalescenza si può manifestare ipoacusia Il tasso di letalità complessivo è inferiore all’1%, sale al 15-20% nei casi non trattati |
Rischio di trasmissione attraverso le sostanze di origine umana (SoHO) | Non documentato |
Anamnesi sul donatore | Soggiorno in aree a rischio |
Misure sul donatore | • trattandosi di infezione endemica in aree tropicali si applica il periodo di sospensione di 6 mesi dal rientro da un’area documentata a rischio attraverso i sistemi di sorveglianza epidemiologica • in caso di malattia, una pratica prudente sarebbe quella di rinviare il donatore fino alla scomparsa dei segni e dei sintomi e al completamento di qualsiasi ciclo di trattamento tuttavia come per le altre febbri emorragiche (Crimean-Congo Fever, Ebola Virus Disease e Marburg Fever) la Joint United Kingdom (UK) Blood Transfusion and Tissue Transplantation Services Professional Advisory Committee suggerisce l’esclusione permanente dalla donazione dei soggetti con storia di febbre emorragica |
Test validati per uso trasfusionale | Non disponibili |
Plasmaderivati | Il trattamento di inattivazione microbica utilizzato nel processo di frazionamento per la produzione di plasmaderivati è sicuramente efficace contro i virus capsulati |
*La definizione di caso sospetto o probabile fa riferimento a quanto riportato dell’Ordinanza del Ministero della salute del 10 giugno 2003 “Misure precauzionali atte ad evitare il rischio di trasmissione di SARS attraverso la trasfusione di sangue ed emocomponenti” |
Revisione effettuata a ottobre 2024