Revisione effettuata a ottobre 2024
Scheda tecnica | |
Eziologia | Lake Victoria Marburgvirus (MARV), famiglia Filoviridae; Genere: Marburgvirus |
Vettore | Pipistrelli della frutta; si diffonde tra gli esseri umani attraverso la trasmissione da uomo a uomo Le scimmie verdi africane (Cercopithecus aethiops) importate dall’Uganda furono la fonte di infezione per l’uomo durante il primo focolaio di Marburg |
Principali serbatoi | Zoonosi con trasmissione accidentale all’uomo Dato l’alto e rapido tasso di mortalità nei primati, non è plausibile considerarli come serbatoio; i pipistrelli sono considerati un serbatoio probabile |
Modalità di trasmissione | Attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei e tessuti di persone infette o con superfici e materiali contaminati; per manipolazione di animali infetti La trasmissione sessuale è teorica e non confermata: l’acido nucleico è stato rilevato nello sperma per molte settimane dopo il recupero clinico Il rischio di trasmissione è più elevato durante le ultime fasi della malattia, in presenza di vomito, diarrea o emorragie Il rischio di trasmissione durante il periodo di incubazione è trascurabile |
Aree endemiche o a rischio | Sono state segnalati focolai epidemici in Angola (2004-2005), Kenia (1980, 1987), Rep. Dem. del Congo (1998-2000), Sud Africa/Zimbabwe (1975), Uganda (2007-2017), Guinea (2021), Ghana (2022), Guinea Equatoriale (2023) |
Periodo di incubazione e trasmissibilità | 5- 10 giorni, ma sono anche stati osservati periodi dai 2 ai 21 giorni La trasmissione non avviene durante il periodo di incubazione |
Viremia | L’infettività sembra essere maggiore durante la fase emorragica Dopo la guarigione il virus può persistere nel liquido seminale (diversi mesi), nell’occhio, nella placenta e nel liquido amniotico delle donne che hanno contratto l’infezione in gravidanza, nel latte delle donne che hanno contratto l’infezione durante l’allattamento al seno |
Sintomi | Esordio della malattia improvviso con sintomi e segni non specifici come febbre alta, grave cefalea, brividi, malessere e dolori muscolari A distanza di tre giorni possono comparire crampi e dolori addominali, nausea, vomito e diarrea che può durare anche per una settimana Dal quinto al settimo giorno può apparire rash maculopapulare e il quadro clinico può aggravarsi con manifestazioni della febbre emorragica (petecchie, emorragie mucosali e gastrointestinali, sanguinamento dai siti di prelievo venoso) e sintomi e segni neurologici Entro una settimana dall’esordio della malattia possono comparire coagulazione intravascolare disseminata, linfocitopenia e trombocitopenia Il tasso di letalità è intorno al 50% (range 24-88%) ma varia in base alla gestione terapeutica e al ceppo virale Il trattamento precoce può migliorare significativamente le possibilità di sopravvivenza. Se la persona sopravvive la convalescenza si protrae per 3-4 settimane I sopravvissuti hanno sperimentato varie sequele, tra cui esaurimento, mialgia, iperidrosi, desquamazione cutanea e caduta dei capelli |
Rischio di trasmissione attraverso le sostanze di origine umana (SoHO) |
La trasmissione è riportata per contatto con sangue e fluidi corporei di casi clinici; non risultano ad oggi trasmissioni attraverso la trasfusione o il trapianto |
Anamnesi sul donatore | Soggiorno in aree a rischio |
Misure sul donatore | • trattandosi di infezione endemica in aree tropicali si applica il periodo di sospensione di 6 mesi dal rientro da un’area documentata a rischio attraverso i sistemi di sorveglianza epidemiologica • in caso di malattia esclusione permanente |
Test validati per uso trasfusionale |
Non disponibili |
Plasmaderivati | Il trattamento di inattivazione microbica utilizzato nel processo di frazionamento per la produzione di plasmaderivati è sicuramente efficace contro i virus capsulati |
Revisione effettuata a ottobre 2024