Agente Virus di Marburg (MARV) (Malattia da virus Marburg (MVD)
Scheda tecnica
Eziologia Lake Victoria Marburgvirus (MARV), famiglia Filoviridae;
Genere: Marburgvirus
Vettore Pipistrelli della frutta;
si diffonde tra gli esseri umani attraverso la trasmissione da uomo a uomo
Le scimmie verdi africane (Cercopithecus aethiops) importate dall’Uganda furono la fonte di infezione per l’uomo durante il primo focolaio di Marburg
Principali serbatoi Zoonosi con trasmissione accidentale all’uomo
Dato l’alto e rapido tasso di mortalità nei primati, non è plausibile considerarli come serbatoio; i pipistrelli sono considerati un serbatoio probabile
Modalità di trasmissione Attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei e tessuti di persone infette o con superfici e materiali contaminati; per manipolazione di animali infetti
La trasmissione sessuale è teorica e non confermata: l’acido nucleico è stato rilevato nello sperma per molte settimane dopo il recupero clinico
Il rischio di trasmissione è più elevato durante le ultime fasi della malattia, in presenza di vomito, diarrea o emorragie
Il rischio di trasmissione durante il periodo di incubazione è trascurabile
Aree endemiche o a rischio Sono state segnalati focolai epidemici in Angola (2004-2005), Kenia (1980, 1987), Rep. Dem. del Congo (1998-2000), Sud Africa/Zimbabwe (1975), Uganda (2007-2017), Guinea (2021), Ghana (2022), Guinea Equatoriale (2023)
Periodo di incubazione e trasmissibilità 5- 10 giorni, ma sono anche stati osservati periodi dai 2 ai 21 giorni
La trasmissione non avviene durante il periodo di incubazione
Viremia L’infettività sembra essere maggiore durante la fase emorragica
Dopo la guarigione il virus può persistere nel liquido seminale (diversi mesi), nell’occhio, nella placenta e nel liquido amniotico delle donne che hanno contratto l’infezione in gravidanza, nel latte delle donne che hanno contratto l’infezione durante l’allattamento al seno
Sintomi Esordio della malattia improvviso con sintomi e segni non specifici come febbre alta, grave cefalea, brividi, malessere e dolori muscolari
A distanza di tre giorni possono comparire crampi e dolori addominali, nausea, vomito e diarrea che può durare anche per una settimana
Dal quinto al settimo giorno può apparire rash maculopapulare e il quadro clinico può aggravarsi con manifestazioni della febbre emorragica (petecchie, emorragie mucosali e gastrointestinali, sanguinamento dai siti di prelievo venoso) e sintomi e segni neurologici
Entro una settimana dall’esordio della malattia possono comparire coagulazione intravascolare disseminata, linfocitopenia e trombocitopenia
Il tasso di letalità è intorno al 50% (range 24-88%) ma varia in base alla gestione terapeutica e al ceppo virale
Il trattamento precoce può migliorare significativamente le possibilità di sopravvivenza. Se la persona sopravvive la convalescenza si protrae per 3-4 settimane
I sopravvissuti hanno sperimentato varie sequele, tra cui esaurimento, mialgia, iperidrosi, desquamazione cutanea e caduta dei capelli
Rischio di trasmissione
attraverso le sostanze
di origine umana (SoHO)
La trasmissione è riportata per contatto con sangue e fluidi corporei di casi clinici; non risultano ad oggi trasmissioni attraverso la trasfusione o il trapianto
Anamnesi sul donatore Soggiorno in aree a rischio
Misure sul donatore • trattandosi di infezione endemica in aree tropicali si applica il periodo di sospensione di 6 mesi dal rientro da un’area documentata a rischio attraverso i sistemi di sorveglianza epidemiologica

• in caso di malattia esclusione permanente
Test validati
per uso trasfusionale
Non disponibili
Plasmaderivati Il trattamento di inattivazione microbica utilizzato nel processo di frazionamento per la produzione di plasmaderivati è sicuramente efficace contro i virus capsulati

Revisione effettuata a ottobre 2024