Revisione effettuata a ottobre 2024
Scheda tecnica | |
Eziologia | Batterio gram negativo, intracellulare obbligato, appartenente all’ordine Legionellales |
Vettore | Zecche |
Principali serbatoi | I serbatoi naturali includono diversi animali domestici (ovini, caprini, bovini, cani e gatti) e selvatici, la maggior parte dei quali non mostra segni di malattia (sebbene l’infezione possa causare aborti) Le zecche possono essere coinvolte nella trasmissione tra animali, ma raramente sono coinvolte nella trasmissione all’uomo L’uomo è considerato un ospite accidentale |
Modalità di trasmissione | Questo batterio infetta naturalmente alcuni animali, come capre, pecore e bovini I batteri C. burnetii si trovano nei prodotti del parto (cioè placenta, liquido amniotico), nelle urine, nelle feci e nel latte degli animali infetti A causa dell’elevata resilienza nell’ambiente di Coxiella, gli esseri umani sono più spesso infettati dall’inalazione di aerosol prodotti in luoghi contaminati, ma sono state documentate altre modalità di infezione, comprese quelle di origine alimentare (latte non pastorizzato) Le persone a diretto contatto con gli animali durante il parto, come veterinari e allevatori, possono essere maggiormente a rischio di infezione. C. burnetii può sopravvivere per lunghi periodi di tempo nell’ambiente e può essere trasportato per lunghe distanze dal vento Raramente, C. burnetii è stata trasmessa attraverso trasfusioni di sangue, dalla madre al feto o sessualmente |
Aree endemiche o a rischio | È segnalata in tutto il mondo, tranne che in Nuova Zelanda È endemica in gran parte dell’Europa da diversi decenni |
Periodo di incubazione e trasmissibilità | Stimato in 20 giorni (range: 14-39 giorni) |
Batteriemia | Documentata sia in corso di infezione acuta che cronica, anche asintomatica Il microrganismo si replica nei macrofagi con possibile lisi cellulare ed eventuale diffusione nel plasma |
Sintomi | Il decorso dell’infezione umana varia da asintomatico (in circa il 50% dei casi) a grave, ma in genere risulta in una malattia simil-influenzale lieve, autolimitante, in caso di infezione acuta Si possono riscontrare anche affaticamento, sudorazione notturna, perdita di peso, dolori articolari, nausea e vomito In un numero molto limitato di casi (circa l’1,5-2%), la febbre Q porta ad una malattia più grave nota come febbre Q cronica, a volte anche dopo un certo numero di anni Il sintomo più comune della febbre Q cronica è l’endocardite, che può essere mortale se non trattata |
Rischio di trasmissione attraverso le sostanze di origine umana (SoHO) |
Documentato |
Anamnesi sul donatore | Soggiorni in aree con focolai epidemici, infezione o pregressa infezione da Coxiella burnetii |
Misure sul donatore | • Valutare l’opportunità di rinviare i donatori per sei settimane dal rientro da un’area con epidemia di febbre Q a un’area a bassa prevalenza • Il donatore affetto da febbre Q può essere riammesso alla donazione dopo due anni dalla guarigione • Il donatore affetto da febbre Q cronica è escluso permanentemente dalla donazione |
Test validati per uso trasfusionale |
Non disponibili |
Plasmaderivati | Il plasma può essere regolarmente conferito all’azienda di plasmaderivazione |
*La definizione di caso sospetto o probabile fa riferimento a quanto riportato dell’Ordinanza del Ministero della salute del 10 giugno 2003 “Misure precauzionali atte ad evitare il rischio di trasmissione di SARS attraverso la trasfusione di sangue ed emocomponenti” |
Revisione effettuata a ottobre 2024