Revisione effettuata a ottobre 2024
Scheda tecnica | |
Eziologia | Famiglia Filoviridae, genere Ebolavirus |
Vettore | Uomo, pipistrelli, scimpanzé, gorilla, antilopi delle foreste e porcospini |
Principali serbatoi | Pipistrelli |
Modalità di trasmissione | Si trasmette all’uomo attraverso il contatto diretto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti. Si diffonde nella popolazione umana attraverso la trasmissione da persona a persona. Per contatto diretto (attraverso lesioni cutanee o mucose) con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di persone infette, e il contatto indiretto con ambienti contaminati. È documentata la trasmissione nosocomiale per contatto diretto tra personale sanitario e pazienti infetti. La trasmissione per via sessuale è stata riportata in quattro casi e sospettata in molti altri, per cui l’OMS raccomanda ai soggetti di sesso maschile convalescenti di mantenere più elevati livelli di igiene e avere rapporti sessuali più protetti nei 12 mesi successivi all’inizio dei sintomi della malattia o finché il liquido seminale non risulti per due volte negativo ai test |
Aree endemiche o a rischio | Focolai epidemici in Africa centrale (Gabon, Rep. Dem. del Congo, Repubblica del Congo, Sudan, Uganda, Zaire), Africa centro-occidentale (Costa d’Avorio, Sierra Leone, Liberia, Guinea) e Sud Africa |
Periodo di incubazione e trasmissibilità | Da 2 a 21 giorni |
Viremia | Alto titolo virale durante la fase acuta. La presenza per lungo tempo di RNA virale nel liquido seminale e nei fluidi vaginali (fino a 33 giorni) è stata documentata in un limitato numero di pazienti; rilevata anche nel latte materno (fino a 21 giorni dall’insorgenza della malattia) e nelle lacrime (fino a 2 mesi dall’insorgenza della malattia). Una viremia asintomatica non è mai stata dimostrata. I dati sul periodo viremico post-recupero sono limitati |
Sintomi | Esordio acuto caratterizzato da febbre, astenia, mialgie, artralgie e cefalea. Con il progredire della patologia possono comparire astenia profonda, anoressia, diarrea, nausea e vomito. Questa prima fase prodromica può durare fino a 10 giorni. La malattia evolve con la comparsa di segni e sintomi ascrivibili a danni in diversi organi e apparati. I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, compaiono in oltre la metà dei pazienti affetti da EVD, in genere dopo una settimana dall’esordio. Alcuni pazienti presentano emorragie estese e coagulazione intravasale disseminata. Nella fase terminale della EVD il quadro clinico è caratterizzato da tachipnea, anuria, shock ipovolemico, sindrome da insufficienza multi-organo. La letalità varia dal 25% al 90%, a seconda delle epidemie e della specie. La convalescenza è lunga e spesso associata a sequele come mielite, epatite ricorrente, psicosi o uveite |
Rischio di trasmissione attraverso le sostanze di origine umana (SoHO) | Non documentato |
Anamnesi sul donatore | Viaggi in aree a rischio |
Misure sul donatore | 1. sospensione di 6 mesi dal rientro da un’area documentata a rischio attraverso i sistemi di sorveglianza epidemiologica 2. sospensione di 60 giorni in caso di soggiorno in aree colpite da EVD, in assenza di sintomi 3. sospensione di 60 giorni in assenza di sintomi dall’ultimo contatto con persone infette o esposte a EVD 4. per i soggetti con evidenza di infezione è raccomandata l’esclusione permanente dalla donazione. Ciò non si applica alle donazioni dedicate di sangue intero e plasma convalescente da sopravvissuti alla malattia del virus Ebola, utilizzate per la preparazione di plasma convalescente per il trattamento post-esposizione. |
Test validati per uso trasfusionale | Non disponibile |
Plasmaderivati | Il trattamento di inattivazione microbica utilizzato nel processo di frazionamento per la produzione di plasmaderivati è sicuramente efficace contro i virus capsulati |
Revisione effettuata a ottobre 2024